Risultati del concorso “L’uomo dopo Darwin” 2010


(Leggi il bando del concorso “L’uomo dopo Darwin” 2011)


I classificata: VITA VARSALONA, di San Giovanni Gemini (AG)



Quest’amore sconsiderato


Quest’amore sconsiderato

è il mio amore più grande

il mio solo mare

e ha l’acqua di tutti i fiumi

rena e detriti di cento piene.

A me è venuto col primo vento

io l’ho gridato dai monti

l’ho scritto a unghiate nelle caverne

l’ho celebrato danzandoti intorno ai fuochi

e le mie dita sono sempre quelle

sanno mille pieghe

ogni scossa della tua pelle.

Lascia che tocchi tutti i tuoi nervi

lasciami scioglierti

lasciati scorrere

posso nutrirti fino a seccarmi

posso sfinirmi

lascia che io viva del tuo sudore

della saliva…….




II classificato: TOMMASO BATTIMIELLO, Napoli



Tutti i ragazzi si sedettero rumorosamente per ascoltare cosa avesse da dire l’ufficiale. In breve il silenzio scese nell’aula. L’uomo appoggiò le mani sulla cattedra  di legno scuro e guardò attentamente le persone che aveva dinanzi. La classe pendeva dalle sue labbra.

- Sono qui oggi per esporre il progetto di potenziamento e conservazione della razza ariana tedesca- Incominciò, inforcando i sottili occhiali - obiettivo principale per la realizzazione di tale progetto, la cui esecuzione è stata ordinata dal Führer in persona, è la completa estinzione dei parassiti della nostra società quali ebrei,omosessuali, individui afflitti da profonde turbe psichiche e handicappati che da ormai troppo tempo annacquano il sangue, originariamente puro, della virtuosa popolazione tedesca.

Un leggero brusio si alzò tra gli studenti sui cui volti traspariva ora stupore e interesse.

- La campagna di informazione, molto a cuore al Führer, deve passare necessariamente per i giovani tedeschi della vostra età dal momento che…

- Intendete davvero ucciderli tutti? Non vi sembra una cosa contro natura uccidere persone così deboli? - esclamò alzandosi uno dei ragazzi, seduto in seconda fila. L’ufficiale, interrotto dall’intervento del giovane, digrignò i denti per la rabbia mostrando i muscoli contratti della mascella

- Franz, ma come ti permetti di interrompere così l’ufficiale? Sei impazzito forse? - Saettò l’insegnante che assisteva seduta in un angolo, rossa di rabbia e di vergogna - la prego di perdonarlo capitano  Schulman, i ragazzi a volte sono molto impulsivi.

Il volto dell’ufficiale si rilassò.

- Come ha detto che si chiama il ragazzo? Franz ? - chiese all’insegnante, senza distogliere lo sguardo, incuriosito dal ragazzino che ora era sprofondato dietro al banco per la vergogna.

- Franz Schmidt signore, è uno degli studenti più brillanti della classe - rispose l’insegnante senza esitazione.

- Bene Franz - disse l’ufficiale mentre camminava fra i banchi fino alla terza fila, squadrando i ragazzi che abbassavano immediatamente il capo quando incrociavano il suo sguardo - contro natura dici? Conosci la teoria del professor Darwin, Franz? - chiese, fermandosi davanti al suo banco.

- No signore - rispose questo senza alzare lo sguardo.

- Ne ero certo, se l’avessi conosciuta sapresti certamente con quanta pietà opera la natura verso i più deboli – disse sorridendo - bene, la natura opera costantemente una selezione fra chi può sopravvivere e chi no, e non opera questa scelta secondo bontà o carità cristiana, Franz, ma sulla base di una costante, violenta e inumana competizione. Chi vince, col tempo, subisce una trasformazione  in un essere superiore, mentre di chi perde rimangono, nella migliore delle ipotesi, soltanto i fossili. Tutti gli animali, persino i pietosi fringuelli delle isole visitate dal professor Darwin non conoscono pace, ma solo perenne guerra risolta imparzialmente da Madre Natura a scapito dei più deboli. Come puoi vedere in natura non c’è evoluzione senza estinzione e ora per far evolvere il popolo del quale tu fai parte il tuo paese intende adoperare tutti i mezzi necessari, da che parte vuoi stare? Evoluzione o estinzione? Perché, vedi Franz, la natura mostra molto raramente di risparmiare chi si schiera dalla parte sbagliata.

- E lei capitano, si è schierato dalla parte giusta? - pensò tra sé e sé Franz, fissando la fascia rossa con al centro la croce uncinata legata al braccio dell’ufficiale che aveva smesso di fissarlo e ora sfoggiava un sorriso di  vittoria.




III classificato: GIACOMO VISSANI, Belvedere Ostrense (AN)



Colori che non conosco


Soffio della mia vita,

vola, tu che puoi, tra i rami aggrovigliati del bosco della menzogna.

Apri le tue ali, colorale di tinte che ancora non conosco,

e spicca il volo.

Lacera le più belle livree intessute di ignoranza e prepotenza,

apri le loro armature con la stessa forza con cui si sono imposte su di te.

Mostra come la tua bellezza sia riconducibile alle mie emozioni,

alle mie paure, ai miei battiti.

Batti le tue ali facendo cadere gli occhiali di nera pece di coloro

che non vedono la palese ricostruzione della vita.

Di coloro che invalidano la vita di una farfalla che ha lottato

per far nascere i propri decori da un bruco,

di un cavallo che ha nitrito forte come un tuono

per poter galoppare con lʼarmonia di un lampo,

di una rosa che controvoglia a imparato a difendersi

con le spine,

di un uomo che ha imparato da una farfalla, da un cavallo, da una rosa

lo strano e meraviglioso evolversi del passato.

Ora tu,

mio dolce e unico sospiro.

Tu sai come ero abile nello sporgermi da un albero senza cadere,

nel creare colorate scintille con due fredde pietre solo per scaldarmi,

nel tramutare in amore le flebili emozioni che un mio simile faceva vibrare nelle mie fibre.

Non far credere a nessuno che tutto è nato così comʼè.

Non far credere a nessun bambino che una cicogna volando spensierata

abbia lasciato per caso la sua vita nelle mani di due altre.

Impedisci il rogo della nostra esistenza,

fatto da chi non ha il coraggio di stupirsi di quanta vita scorre

al di là di quelle lenti scure che permeano la loro vita.

Non far sprecare le vittime estinte per lo loro pochezza

di vivere questa natura,

non rendere vani i venti che soffiano per moltiplicare

i petali su questa terra,

non frantumare lʼintelligenza dellʼumanità

che partorisce di giorno in giorno un figlio più consapevole.

E se tutti i tuoi colori non bastassero a spiegare

i come, i perchè e i ma,

allora smetti di volare

e plana sorretto solo dalla nostra verità.

E volerai in eterno.




POESIE SEGNALATE:



IV classificata: FABIA COLANTONI, Roma

 


Il segreto della natura secondo Darwin


Prosperano fertili pensieri

e crollano secoli di certezze

sotto il peso di un idea diversa

germogliata tra nuove bellezze

vissute in un esperienza trascorsa

sbriciolando antichi misteri.                                                                                                                                                                                                                                          


Guarda: eccolo il pirata della conoscenza

viaggia a bordo di un brigantino

tra i mari del sud corsi dai venti

mentre la storia naturale fa capolino

dietro scoperte di  molti mutamenti

fra i passaggi fraterni dell’esistenza


che parlano di piccole progressioni

attraverso il fossile di un cranio atavico

che così  tanto ci  rassomiglia

scavalcando quell’errore antico

sull’uomo e  la  sua  famiglia

fra instancabili ipotesi ed emozioni


Guardalo ora: passeggia solitario in giardino

sul  suo  viottolo privato  del pensiero

sorpreso, dentro una  folta barba bianca

che rimugina ancora su Adamo ed il suo mistero

e su quell’eredità tanto scientifica quanto poetica

chiudendo così l’avventura  di un mitico destino.




V classificato: ANDREA PEGAZZANO, Parma


Mondi


Aria.

Con le nuvole

peregrine

ho camminato,

condiviso

il pianto,

contemplato

sconfinati orizzonti

sempre nuovi,

più che mai

vivo.


Terra.

Lungo le radici

delle ciclopiche sequoie

lentamente

sono scivolato.

La mia carezza.

La loro saggezza.


Roccia.

Dal vento

mi sono lasciato

cullare

pigramente plasmare

assieme alle vanitose granitiche rocce,

in sinuose forme

e minacciosi animali,

il mio corpo

s’è mutato

e ne ho provato piacere.

Fiori e vento.

All’unisono,

nel prato

divenuto il mio mondo,

accompagnato dalla musica del vento,

ho danzato

e quanto mi sono divertito,

con l’acquilegia,

il tenero amor nascosto,

coi papaveri,

selvatici ed irsuti,

con la premurosa viola,

la mammola profumata,

con l’elegante campanula,

vestitasi a festa di blu mare e violaccio,

con l’allegro brio

dei rossi gigli.

Che festa è stata, poche così belle.


Acqua.

Senza pagare

son entrato

alla mostra più bella

quadri d’autore

dipinti con maestria

su pacifici pesci

coralli preziosi

miraggio di profondità

ricche e splendenti,

miracoli viventi

di tempi diversi,

forse passati.



Nulla di ciò che sono stato,

di ciò che ho provato,

dei mondi magnifici che ho mirato

nei quali mi sono mescolato,

potrà mai convincermi

che il mio cuore

la mia vita

siano lontano da te,

non appartengano a te,

non siano parte di te,

amore mio.